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Cure e trattamenti

Attualmente non esistono cure per la SLA. Di fondamentale importanza è l’approccio psicologico al farmaco, questo varia in base al paziente “combattente” e al paziente “rassegnato”, la risposta del farmaco quindi varia anche in base alla predisposizione del paziente stesso.

Ad oggi esiste un solo farmaco indicato per il trattamento il riluzolo (Rilutek Sanofi-Aventis). Il riluzolo agisce riducendo l’eccitotossicità, ossia l’effetto tossico di alcuni particolari amminoacidi (nello specifico il glutammato) sui neuroni, che ne determinano l’eccitazione fino a provocarne la morte. Il riluzolo agisce contrastando l’effetto del glutammato. Ad oggi il farmaco se usato precocemente potrebbe rallentare il decorso della malattia.

Vi sono anche le cure palliative, le quali hanno lo scopo di prolungare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita del paziente. Tra queste possiamo annoverare la riabilitazione motoria, la logopedia oppure la fornitura di ausili, la prescrizione degli integratori alimentari sia per uso orale sia per via enterale ed infine l’utilizzo della ventilazione assistita.

Altra tipologia di cura è quella dei farmaci specifici che vanno ad agire prettamente sui sintomi, detti anche farmaci sintomatici. I farmaci antispastici o epilettici solitamente vengono utilizzati per contrastare crampi e fascicolazioni.

Per l’insonnia, spesso diretta conseguenza della depressione, vengono spesso utilizzati gli ipnoinducenti.

La stipsi viene solitamente contrastata con modifica della dieta alimentare e con una buona idratazione, solo in alcuni casi si ricorre a clistere o manovre di svuotamento.

Per quanto riguarda il trattamento della scialorrea recentemente si sta affermando un trattamento elettivo l’infiltrazione sotto guida ecografica, delle ghiandole parotidi e/o sottomandibolari con la tossina botulinica. È un trattamento rapido, di semplice esecuzione e ripetibile. Il vantaggio è temporaneo e parziale. L’infiltrazione della tossina altera la consistenza del muco rendendolo molto più denso questa trasformazione della saliva ostacola la formazione del bolo peggiorando quindi la disfagia. È per cui consigliato a pazienti portatori di PEG oppure di PEG e tracheotomia.

Altro sintomo caratteristico è la disfagia, ossia la difficoltà nel deglutire. La disfagia potrebbe determinare uno scarso apporto calorico, potrebbe inoltre provocare anche l’aspirazione di cibo nelle vie respiratorie, causa della polmonite ab-ingestis. Solitamente la disfagia viene tratta con l’utilizzo di antispastici.

Una sintomatologia rara, ma tuttavia presente in alcuni pazienti, è la cosiddetta “emotività pseudo bulbare” immotivati episodi di riso e/o pianto. Per il trattamento vengono solitamente prescritti antidepressivi triciclici.

Vanno menzionate anche i farmaci palliativi come la morfina, il cui utilizzo viene impiegato in pazienti che rifiutano la tracheotomia, in stadi avanzati per ridurre il panico e gli accessi dispnoici, associandola eventualmente ad ansiolitici.

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