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PUA – Punto Unico di Accesso

Il Punto Unico di Accesso viene indicato con l’acronimo PUA.  Quando si entra in un circuito di una patologia complessa come la Sla è fondamentale conoscere le strutture alle quali rivolgersi.  Il PUA nello specifico è una struttura del sistema assistenziale territoriale ubicato nella sede del Distretto Sanitario. Rappresenta il punto di coordinamento e della presa in carica del paziente da un punto di vista sanitario e sociale.

Cos’è il PUA

Il Punto Unico di Accesso è la struttura che garantisce l’accesso unitario alla rete della domiciliarità, all’accesso in struttura residenziale o semi-residenziale. Si occupa di garantire la continuità e la tempestività delle cure alle persone con problemi socio-sanitari complessi. Gli utenti infatti in molte occasioni necessitano di risposte sia di tipo sanitario che sociosanitario. Tra le funzioni del PUA ci sono sicuramente l’accoglienza, l’informazione e l’orientamento. Infatti è fondamentale che vengano fornite adeguate informazioni sull’offerta dei servizi, anche per una scelta consapevole della persona e della sua famiglia.

I cittadini possono ricevere informazioni e orientamento in maniera qualificata, semplificando l’accesso alla rete integrata dei servizi sanitari e sociali. Questo avviene attraverso l’accoglienza e l’ascolto. La valutazione del caso consente agli operatori di orientare l’utente verso servizi competenti fornendo anche informazioni sulle modalità di attivazione, o attivare l’unità di valutazione multidisciplinare (UVM).

Il PUA si occuperà di attivare il percorso di Valutazione Multidisciplinare, garantendo la tempestività della risposta, predisponendo le sedute della Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM), la sua convocazione e la comunicazione all’interessato dell’esito conclusivo del procedimento.

Chi si può rivolgere al Punto Unico di Accesso

Il punto unico di accesso, PUA, è aperto a tutti i cittadini in situazione di fragilità, nello specifico si rivolgono a questa strutture:

  • anziani non autosufficienti, persone affette da disabilità (fisiche e psichiche) o con gravi patologie croniche e invalidanti;
  • le persone in condizioni di marginalità ed esclusione sociale;
  • persone con dipendenza da sostanze di abuso o con problemi di salute mentale e loro famigliari;
  • bambini e adolescenti in precarie o traumatiche situazioni familiari.

Orientamento e informazione, e poi?

Il PUA, Punto Unico di Acceso, come anticipato sopra, prende in carico la richiesta e in base alla valutazione del paziente sceglie il canale da attivare. Potranno essere inoltrate le seguenti richieste:

  1. Assistenza Domiciliari Integrate (ADI);
  2. Assistenza protesica e ausili;
  3. Assistenza sociosanitaria e residenziale;
  4. Assistenza riabilitativa (residenziale, semiresidenziale, domiciliare e ambulatoriale) la quale può essere attivata dal medico di medicina generale tramite apposita richiesta.

L’invio può essere effettuato dal medico di medicina generale, dal richiedente o dal familiare.

Quando si tratta di gravi disabilità, congenite o comunque stabilizzate, i trattamenti sono principalmente rivolti al mantenimento delle capacità e abilità residue, allo sviluppo o al recupero delle relazioni affettive e alla socializzazione, assumendo un prevalente significato di riabilitazione sociale.

Nel caso di una patologia come la sclerosi laterale amiotrofica, il PUA potrebbe essere chiamato ad intervenire più volte su un caso. Infatti il percorso/decorso di questa patologia si disgiunge dalle altre perché caratterizzata da diversa stadi. Il paziente può partire da una fase inziale nella quale conserva ancora una parziale autonomia fino ad arrivare alla fase di totale non autosufficienza. Per questo, se in un primo momento gli operatori del PUA riceveranno una richiesta per attivare un percorso riabilitativo semi-residenziale, a distanza anche di pochi mesi si potrebbero trovare costretti ad accogliere una richiesta per attivazione di assistenza domiciliare integrata (ADI). E’ fondamentale per cui che il servizio si attivi immediatamente nel momento in cui riceve la richiesta in modo tale da poter garantire la continuità delle cure all’utente preservandone sempre le capacità residuali e il benessere psicofisico.

 

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