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La Mindfulness: tecniche di consapevolezza di sé

Abbiamo parlato di mindfulness con il Dott. Alessandro Giannandrea, psicologo e psicoterapeuta, docente del Master Universitario in Mindfulness, Pratica, Clinica e Neuroscienze presso l’Università Sapienza di Roma. Queste pratiche affondano le proprie radici in tempi molto antichi e oggi trovano applicazione anche nella scienza moderna.

Cosa sono le pratiche mindfulness?

“Mindfulness” è una parola polisemica, che include sia la pratica della meditazione intensiva e sistematica, sia una dimensione mentale innata. Il Dottor Giannandrea, nel corso del suo Dottorato di ricerca, svolto presso l’Università di San Diego (California), ha studiato proprio queste pratiche, che lo hanno condotto alla fondazione del centro Mindfulness in Abruzzo e di Italia Mindfulness. I protocolli di mindfulness oggi trovano applicazione sia in ambito clinico, sia in ambito personale per lo sviluppo della consapevolezza di sé. I percorsi esistenti sono rivolti a chiunque e hanno una durata minima di 8 settimane e si svolgono per circa 2 ore a settimana, in gruppo o singolarmente con il supporto degli istruttori. Gli utenti sono invitati a svolgere gli esercizi appresi da soli quotidianamente per 45 minuti. L’idea è fornire le basi per poter coltivare queste pratiche autonomamente.

Quale utilità potrebbe avere per i pazienti Sla?

Il dottor Giannandrea, nel corso dell’intervista che puoi trovare sul nostro canale YouTube cliccando qui, ha spiegato le prime applicazioni di queste pratiche. Esse partono dal concetto di dukkha, che sta ad indicare l’esperienza difficile dell’esistere. Quando qualcosa è causa di sofferenza possiamo scegliere di averci un rapporto conflittuale o crearci una relazione. Questo porta alla accettazione del problema. Nello specifico di pazienti Sla i protocolli di mindfulness si applicano in modo ottimale. Risulta infatti che riportare l’attenzione in modo intenzionale e non giudicante al presente permette di trovare un modo nuovo di guardare al problema.

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